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Bochesmalas

martedì 8 maggio 2018

Perù: Arequipa


Questa è la quarta tappa nel nostro diario di viaggio sul Perù. La meravigliosa "Città bianca" Arequipa l'abbiamo raggiunta dopo un tragitto massacrante di oltre 10 ore di pullman da Nasca, senza alcuna sosta lungo il cammino. Però l'arrivo in piena notte nella splendida Plaza de Armas, nonostante i glutei atrofizzati e ancora fusi con il sedile del bus, ha ripagato da subito gli stenti e i sacrifici del viaggio. Questa città con i suoi edifici in pietra vulcanica, lo stile coloniale, il candore che la caratterizza e i suoi monumenti è sicuramente una delle più belle del Sudamerica e vale sicuramente il tour de force al quale abbiamo sottoposto chiappe e sistema circolatorio.
Qui siamo a 2328 metri di altitudine e ancora l'organismo regge bene la salita ma, se si prosegue lungo lo stesso tragitto che abbiamo fatto noi, è il posto ideale per iniziare a doparsi con l'Acetazolamide (Diamox) qualora non si è già provveduto prima della partenza. Perché da questo punto in poi si sale e si sale parecchio. Quindi se non ci si dopa con il succitato farmaco o con le foglie di coca che si trovano dappertutto nelle città peruviane, in ogni negozio, si rischia di passare il resto del viaggio in condizioni tragiche. Questo è anche l'ultimo luogo, prima dell'ancora lontano rientro sul livello del mare a Lima, dove si possono degustare le strepitose birre locali. Arequipa offre un'ampia scelta di birre artigianali che è un peccato lasciarsi sfuggire.
Oltre il sollazzo offerto da alcolici e l'eccezionale cibo (sono tanti i ristoranti a dir poco eccellenti) che si trova da queste parti, Arequipa si concede in tutto il suo splendore con numerosi belvedere dai quali si possono ammirare gli antichi terrazzamenti della valle di Chilina, i vulcani e le vette innevate che circondano la città. Si possono visitare la chiesa e i chiostri della Compagnia del Gesù, la cattedrale che domina la Plaza de Armas, il Museo Santuarios Andinos dove è ospitata Juanita, la mummia di una giovane Inca sacrificata agli dei oltre 500 anni fa. A questo proposito bisogna dire che nel periodo in cui siamo stati noi la fanciulla riposava al buio (dal 1 gennaio al 30 aprile) e viene sostituita da un'ottima riserva, non altrettanto bella ma sicuramente molto affascinante: la mummia Sarita.
Ma forse il gioiello più prezioso dell'incredibile scrigno di Arequipa è il Monastero di Santa Catalina fondato nel 1579 e aperto alle visite dagli anni '70. Questa è praticamente una città dentro la città e, parte alcune zone off limits dove ancora risiedono le monache di clausura, si può ammirare in tutto il suo splendore grazie alle guide multilingue che accompagnano i visitatori lungo il percorso.

Buon viaggio...



























































































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